Testo descrittivo: giallo

Il drink avvelenato

In una sera d’estate un gruppo d’amici si trovava nel pub di paese, fino a che ad un certo punto un ragazzo di nome Liam, dopo aver bevuto il suo drink, perse la vita all’istante. La sua ragazza scoppiò in lacrime e il suo migliore amico a cercare una possibilità di salvarlo, ma niente da fare ormai era spacciato. Iniziarono a fare delle ipotesi per spiegare l’accaduto, ma non si spiegavano come potesse essere successo. Nel loro gruppo c’era un ragazzo che aveva un intuito da cane, però quella sera non c’era, allora appena è stato informato dell’accaduto iniziò subito con le ricerche. Da quella sera il locale si svuotò e per parecchio tempo nessuno tornò lì. L’amico esperto in delitti, di nome Percy, prese il bicchiere da cui Liam aveva bevuto e trovò dei residui di veleno. Allora, di pomeriggio mentre il pub era chiuso, Percy si intrufolò all’interno per cercare prove. Vicino al tavolo dove si trovava il cadavere di Liam trovò, nell’angolino, un biglietto con un enigma accompagnato ad un a mappa che portava in un vicolo cieco. Riunì tutti i compagni del gruppo per risolvere l’enigma. Nel gruppo avevano anche il matematico, Josh, che sapeva risolvere tutto tranne che gli enigmi. Nessuno riuscì a risolvere quell’enigma. Allora andarono nel vicolo cieco per cercare indizi. Iniziarono le indagini. Trovarono delle scritte sul muro che, se eseguendo un po’ di calcoli poteva sciogliere l’enigma. Josh in pochi minuti risolve il calcolo. Trovando la risposta all’enigma. Capirono chi potevano essere i sospettati dalle impronte del bicchiere, oltre a quelle di Liam. Sospettati erano delle persone che probabilmente rubarono il bicchiere per avvelenarlo. I seguenti nomi erano: Michelle, Gabriel e Chiara. Li interrogarono e scoprirono cose che non potevano aiutare ma dalle indagini si poteva capire poche cose. Il primo disse che si trovava nel locale quella sera ma uscì prima; il secondo disse che vide la scena però lui non centrava niente perché si stava godendo la sera con la ragazza; l’ultimo disse che quella sera passò solo per salutare. La più sospetta era Chiara perché era strano che era passata solo per salutare. Dopo un altro interrogatorio si scoprì che Chiara era la sua ex ragazza. Quindi c’era più probabilità che fosse stata lei. Dopo un bel po’ di ricerche trovarono la risposta a casa della sospettata più evidente. Trovarono in una stanza quantità di veleni tra cui quello che ha avvelenato Liam. Presero tutti i barattoli di veleno e lo portarono in centrale. Sui barattoli c’erano le impronte della colpevole. Andarono nel locale in cui si trovava Chiara e la arrestarono. Il caso era risolto.

Victoria 1B


Un caso spiacevole

Era sera ed un ragazzo non tornò più a casa. I genitori chiamarono un detective e la mattina dopo si mise al lavoro. I genitori lo descrissero e affermarono: “Nostro figlio si chiama Mattia. È un ragazzo come molti, ha gli occhi verdi, i capelli marroni, è molto gentile.”
Il detective andò nel posto dove i genitori gli consigliarono, un luogo dove lui era solito andare. Qui incontrò una persona. Ebbe uno strano presentimento ma lo lasciò fare. Dopo ore di ricerca trovò il corpo di Mattia insanguinato. Era stato accoltellato.
Allora il detective andò dai genitori di Mattia per avvisarli. Poi un amico bussò alla porta. Fu invitato a entrare e raccontò delle cose assurde.
La mattina dopo il detective e i suoi colleghi criminologhi andarono nel posto dove era stato ritrovato il corpo per continuare le indagini. Dopo poco avvertirono un odore fetido simile alla carne che marcisce. Seguirono l’odore. Poi notarono una persona un po’ sospetta. Il detective decise di approfondire ma non disse nulla. Dall’autopsia del cadavere di Mattia era emerso che aveva dei morsi.
Interrogarono e indagarono. Chiamarono i sospettati e ascoltarono le testimonianze, ma non si arrivò a nessuna conclusione.
Al detective venne in mente quella persona vista di sfuggita nel luogo del delitto.
Proprio quella persona ebbe il coraggio di minacciare il detective. Si trattava di un giovane.
Arrivò però la polizia che lo fermò.
Non si sapeva nulla di lui e di quale legame ci fosse con la vittima. Servivano prove.
Dopo qualche giorno di ricerche credevano di aver trovato il colpevole. Il giovane non c’entrava nulla. Era un ragazzo con manie di persecuzione.
Il detective e i suoi colleghi erano stanchi e un giorno decisero di fare pausa.
Camminando vicino al luogo del delitto.
Il detective decise di prolungare la sua passeggiata, accorgendosi di una casa abbandonata.
Gli venne una strana sensazione e decise di entrare.
Lì c’erano corpi appesi che presentavano dei morsi.
Era da capire chi fosse e il perché.
Il detective si appostò in segreto. Notò un ragazzo di sedici anni come Mattia. Andavano a scuola insieme e praticavano lo stesso sport. Il preside aveva parlato di un trofeo per una gara legata alla media alta dei voti. Il ragazzo odiava essere secondo e per invidia aveva commesso un crimine. Il ragazzo fu arrestato. Il giovane assassino provò anche a evadere ma fu rinchiuso in una cella di massimo livello.
E così crediamo che sia finito… per lo meno per il detective questo caso ora è concluso.

Eleonora 1D


Lo strano caso della scomparsa misteriosa

  • Ci è giunta ora la notizia della scomparsa di Tobia Award. L’ultimo avvistamento risale a ieri sera verso le ore 20.30. Qui con noi ci sono i suoi genitori. Ci riferiscono che lui era uscito insieme alla sua fidanzata. Ed ecco qui con noi anche lei, la giovane Margaret: afferma preoccupata che Tobia, dopo essere stato con lei, sarebbe tornato a casa da solo…

Il notiziario dava il buon giorno con queste parole.
Nicholas aveva acceso la tv e si era risvegliato così.
Nicholas stava frequentando la scuola di criminologia, con l’intento di conseguire la laurea e di perfezionarsi presso la famosa Eye International (l’accademia EI, come la chiamavano i ragazzi londinesi, la più famosa nel campo investigativo).
Nicholas o Nik, come lo chiamavano i suoi amici, viveva a Londra e a scuola era “famoso” per il suo coraggio, infatti era stato eletto capo-classe fin da piccolo per il suo coraggio di parlare con i prof.
E lui non ci pensò due volte. Era ancora uno studente dell’accademia, eppure andò subito dal preside per parlare della scomparsa data come notizia al TG. Nik aveva voglia di mettersi alla prova e chiese di poter occuparsene lui. Voleva il caso. Sapeva che l’università collaborava con Scotlad Yard.
Il preside gli rispose con queste parole: -Mhmm fammi pensare…. Non so… Sì, certo, tu sei molto intelligente, molto in gamba e anche molto astuto… Però non so… Ti vedo ancora troppo giovane per queste cose. Ehm, fammi pensare ancora…. No, sei ancora troppo immaturo.
Allora Nicholas ci rimase mele e preso dalla rabbia fece di testa sua.
Cominciò ad interrogare il padre di Tobia, poi la madre e così via con amici, familiari, e addirittura i suoi docenti.
Tutti questi indizi lo portarono alla casa della giovane Margaret, della quale ancora non aveva raccolto la testimonianza.
Tutto ciò gli puzzava un po’ e tra sé e sé pensava: -Come mai tutti questi indizi portano proprio alla casa della sua fidanzata…
E poi pensò ancora: – Ma se uno è fidanzato con qualcuno è perché c’è affetto. Non ci dovrebbe essere motivo per uccidere o rapire il proprio fidanzato, giusto?
Allora si recò a casa della giovane Margaret.
Nicholas si fermò davanti alla porta…
La casa dall’ esterno sembrava una normalissima villetta di una città tranquilla.
Quando Nik entrò rimase inorridito al pensiero che poteva esserci il corpo inanimato di una persona scomparsa.
Cercò di scacciare il brutto pensiero e poi si fece coraggio. Suonò il campanello e con voce tremolante disse: – Salve! Parlo con la signorina Margaret? Sono un giornalista. Chiedo se posso farle una breve intervista.
Margaret rimase in silenzio per qualche secondo e poi disse: – Certo, si accomodi, tanto io non ho niente da nascondere.
Nicholas si mise seduto sul divano e cominciò.
Margaret poteva mentire? Nik si trovò in difficoltà. La ragazza sembrava raccontare solo la verità. Sembrava abbastanza convincente, infatti Nicholas si era praticamente scordato di ispezionare la casa.
Ma un buon detective non si scorda mai il suo lavoro…
Nik inventò la scusa che avesse bisogno del bagno. Così dirigendosi verso dove gli era stato indicato, di nascosto e velocemente cercò di ispezionare le stanze.
Cercò ma non trovò nulla.
Nik scosse il capo pensieroso.
Trovò il bagno e poi tornò indietro.
In sala non c’era più Margaret.
Nik ne approfittò per andare alla grande cucina.
Aprì il frigorifero ed ecco che trovò Tobia avvolto in una coperta bianca.
Il caso era stato risolto.

  • Ci è giunta ora la notizia… Tobia è stato trovato a casa della sua fidanzata. La ragazza ha commesso l’omicidio. Purtroppo il corpo del ragazzo è stato trovato senza vita nel suo frigorifero…

Il notiziario aggiornava i cittadini londinesi.
Tutto era stato scoperto ed è stato grazie al giovanissimo Nicholas.
Questo è stato l’inizio della sua carriera. Nik fiero si preparò e andò a scuola.
Divenne popolare e nonostante il rimprovero del preside, arrivò a laurearsi.
Passati gli anni ora è sposato con la giovane Emy, ha figli e… lavora per le spie internazionali.

Emily, 1C


La ragazza scomparsa

Nel 1929 in un paesino molto lontano da tutto e tutti, abitava una ragazza di nome Lucy: un’adolescente normale come tutte le sue coetanee, era bionda, aveva gli occhi azzurri, aveva una media corporatura e non era né troppo alta né troppo bassa. Ma lei era diversa da tutti da un solo punto di vista: covava una grande passione nel risolvere i crimini, i delitti, i furti…
Allora una volta compiuti diciotto anni, andò a fare domanda per lavorare nell’ unico servizio investigativo del suo paese e finalmente, dopo un paio di mesi ottenne il suo amato posto di lavoro.
Il giorno dopo entrò una cliente che le chiese se poteva aiutarla a ritrovare sua sorella Clara scomparsa ormai da due mesi e Lucy accettò.
Il pomeriggio stesso Lucy andò a casa di questa cliente a ispezionare la camera di sua sorella. All’ interno la camera aveva in primo piano un bel letto bianco e giallo, un armadio in legno e la scrivania di quella povera ragazza; però non era molto convinta che non ci fosse nessun indizio, perciò decise di ritornare il giorno dopo con i suoi colleghi e un po’ più attrezzata. Infatti aveva ragione, perché il giorno seguente ritornando trovò delle impronte digitali sul bicchiere di Lucy che per sicurezza volle prelevare per controllare se corrispondeva alle impronte di Clara. Nel frattempo i suoi colleghi continuarono a ispezionare la stanza e trovarono, nascosta in un angolino, una grande macchia di sangue, allora decisero di controllare di chi fosse, perciò fecero un altro test e scoprirono che era di Clara. Quindi, dopo questo erano convinti che nella stanza ci fossero altri indizi; in seguito trovarono nella spazzola di Clara dei capelli che non erano suoi, poi trovarono meno vestiti nel suo armadio; almeno a detta della mamma, poi trovarono anche dei graffi di resistenza sull’anta dell’armadio e infine trovarono un grande buco dietro lo specchio: come se fosse una botola sporca anch’ essa di sangue.
A questo punto, dopo aver trovato tutti questi indizi, cominciarono ad interrogare i testimoni ovvero: la mamma, il papà, la sorella, il fratello e il suo fidanzato che la sera prima che Clara morisse, era stato con lei fino a tardi.
Allora interrogando i testimoni venne fuori che il giorno stesso del rapimento di Clara, essa aveva litigato con il suo compagno di banco Matteo, poi si scoprì anche il perché: i due alla fine della ricreazione si misero seduti, ed è proprio lì che Clara si accorse che il suo zaino non c’era più. Allora pensando che fosse stato Matteo, alla fine della scuola gli andò incontro e lo incolpò; erano da soli però non completamente, nascosto dietro al muro il ragazzo di Clara che origliò tutto.
Lucy, una volta scoperta questa cosa, andò a casa di Matteo ad interrogarlo, ma lui confessò che era riuscito a convincere Clara con un video nel quale si vedeva che ad aver preso la sua sedia era stato il bidello e da lì diventarono nuovamente amici. Poi però aggiunse che poco dopo ricevette una chiamata da Clara nella quale chiedeva aiuto perché un estraneo era entrato a casa sua. Allora si vestì e andò subito a casa dell’amica ma non la trovò, quindi pensò che già aveva chiamato i carabinieri e che era passato tutto, perciò ritornò a casa sua ingenuamente.
Lucy rifletté un attimo e poi corse a casa di Clara, salì in macchina, chiamò i suoi colleghi e affermò: “credo di aver risolto il caso”.
Arrivata a casa di Clara, scese giù in cantina e, nascosto in un cartone da imballaggi, trovò il cadavere di Clara.
Il caso, purtroppo, era stato drammaticamente risolto!

Lucia, 1 A

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